Circolare informativa n.40/22
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OGGETTO: Direttiva Insolvency e adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili
Il 15 luglio 2022 è entrato in vigore il nuovo Codice della Crisi d’Impresa. Tra i suoi obiettivi principali quello di stimolare le imprese ad affrontare la crisi prima che questa diventi patologica, nella prospettiva di privilegiare soluzioni che garantiscano la continuità aziendale rispetto a quelle liquidatorie.
La Direttiva Insolvency (le cui disposizioni sono state recepite all’interno del Codice della Crisi d’Impresa), nello stabilire che “Le imprese non sane che non hanno prospettive di sopravvivenza dovrebbero essere liquidate il più presto possibile. Se un debitore che versa in difficoltà finanziarie non è sano o non può tornare ad esserlo in tempi rapidi, gli sforzi di ristrutturazione potrebbero comportare un’accelerazione e un accumulo delle perdite a danno dei creditori, dei lavoratori e di altri portatori di interessi, come dell’economia nel suo complesso” ha portato il Consiglio Superiore della Magistratura ad adottare delle Linee Guida su come gli uffici dovranno affrontare le procedure concorsuali secondo i principi della nuova disciplina. In poche parole, i giudici e tutte le parti coinvolte nel giudicare le aziende tenderanno a “buttar fuori” dal mercato le imprese che non sono risanabili, a tutela dell’economia e della collettività. Ed in via preventiva anche gli istituti di credito terranno presumibilmente un comportamento cautelativo, negando gli affidamenti alle aziende che non rispettino gli elementi minimi di sostenibilità.
Si rende dunque necessario, come indicato dalla normativa in questione, che l’azienda si adoperi per mantenere un sistema economico sano, dotandosi di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili con sistemi di allerta precoce i quali permettono un controllo preventivo, in grado di eliminare il problema alla radice. L’azienda sana che manca degli adeguati assetti organizzativi previsti dall’art. 2086 cc. tende a fare maggiormente debito e inevitabilmente trascina con sé la responsabilità dell’amministratore, del sindaco e del revisore, delle banche e dei professionisti. Dotarsi dei suddetti assetti organizzativi mette l’azienda nelle condizioni di riconoscere tempestivamente i possibili segnali di crisi e intervenire subito per il risanamento.
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